20/07/12

Recensione: Autostop con Buddha: viaggio attraverso il Giappone

Mentre parlavamo, i sakura vorticavano intorno alla cabina del telefono in un diluvio di bianco e rosa. Avevo passato più di un mese circondato da quei fiori, più di quanto sia possibile, più di quanto sia naturale. E improvvisamente capii, con profondo sconforto, che quello che stavo facendo era sbagliato alla radice. I sakura sono fatti per essere transitori. Aggrapparsi a loro è come tentare di aggrapparsi alla giovinezza. Seguire il Fronte dei Fiori di Ciliegio era una negazione del tempo, delle stagioni, persino della mortalità. Era come spruzzare lacca su un giglio. Come imbalsamare un miraggio. Come cercare di fermare il tempo.

Autostop con Buddha
Will Ferguson, insegnante di inglese in Giappone, decide un po' per gioco di muoversi da Capo Sata a Capo Soya, rispettivamente estremità meridionale e punto più a nord del Giappone, per seguire la fioritura dei ciliegi. Per vivere appieno il paese, insieme ai giapponesi e non semplicemente in mezzo a loro, viaggerà in autostop, affidandosi alla gentilezza della gente.
Ferguson evita le grandi città, i luoghi che riempiono le pagine delle guide turistiche, e si dedica alla scoperta del Giappone rurale, delle cittadine di provincia in cui l'arrivo di un gaijin è evento da sussurrare da bocca a orecchio, in un passaparola infinito.

Tra una (dis)avventura e l'altra l'autore inserisce aneddoti storici, nozioni su cultura e tradizione, piccoli spunti da cui partire per approfondire la conoscenza del Sol Levante.
Il vero fulcro di Autostop con Buddha, però, sono i giapponesi con le loro idiosincrasie, i controsensi, gli impulsi opposti di diffidenza e gentilezza verso il prossimo, tanto più se straniero: sono loro, più che la loro terra, che l'autore mette sotto il microscopio e analizza con occhio ironico e lingua tagliente.


Grazie a una prosa fluida e scorrevole il suo racconto procede bene, di pagina in pagina, seguendo i sakura. Non aspettatevi troppa poesia, però: il freddo degli inverni canadesi ha temprato il cuore di Will e ne ha fatto un uomo pratico, poco dedito alle frasi romantiche e alle smancerie. I fiori sono più che altro un pretesto per partire, per osservare da vicino una realtà poco conosciuta, per venire a contatto con persone di tutti i tipi e fare incontri non sempre piacevoli.

Non risparmia nessuno, Ferguson. Ne ha per tutti con le sue battute sferzanti, a tratti esilaranti, altre volte non proprio di buon gusto. Secondo le sue stesse parole, essendo canadese ha "la possibilità di godere dei benefici materiali del rapporto di vicinato con gli Stati Uniti, ma nello stesso tempo" può permettersi "quell'atteggiamento altezzoso da persona perbene e moralmente superiore". Ecco, non che certi giudizi superficiali, certe volgarità gratuite si allontanino molto dallo stereotipo dello statunitense ignorante che crede di avere la verità in tasca. Il Ferguson migliore è quello che scherza su se stesso, che pareggia i conti mostrando che ognuno ha i suoi difetti, i giapponesi, i canadesi, e soprattutto le singole persone.

Il libro si apprezza prendendolo per quello che è: il resoconto assolutamente personale di un viaggio unico, irripetibile come ogni esperienza umana, vissuto da un individuo dotato di una sua particolare sensibilità, non necessariamente simile a quella del lettore. Non sognate attraverso le sue parole, non deprecatelo per certe osservazioni impietose sulla mentalità nipponica: fate le valige e scrivete da voi il vostro viaggio.
Voto: ★★★½/5

Will Ferguson
Autostop con Buddha: viaggio attraverso il Giappone
Titolo originale: Hokkaido highway blues, poi ripubblicato come Hitching rides with Buddha
Anno di pubblicazione: 1998
Traduzione di Claudio Silipigni

18 commenti:

  1. Mmh, sembra interessante...
    Quasi Quasi lo compro ^^

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    1. È interessante sia come introduzione ad alcuni aspetti del Giappone che come "guida alternativa" a posti che altrimenti difficilmente sentiresti nominare.

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  2. Ce l'ho in lista da un po', però visto il voto scarsino e i tuoi commenti sull'altezzosità del protagonista, credo che prima di comprarmelo me ne leggerò a scrocco almeno un capitolo XD

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    1. In realtà 3,5 su 5 non voleva essere un voto basso, diciamo che è appena sotto le 4 stelline. Io l'ho preso in biblioteca e non penso lo comprerò, comunque l'ho trovato una lettura piacevole. Il protagonista è un po' sbruffone a volte, ma in generale è piuttosto ironico e divertente.

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  3. Io l'ho trovato davvero molto divertente. Un'ironia a volte un po' cinica, ma che a me è piaciuta molto. Personalmente ho adorato il momento in cui siede nel sedile posteriore con la nonnina che gli tiene la mano e gli parla in un dialetto incomprensibile.
    Mi ha fatto amare ancora di più il Giappone e i Giapponesi proprio perchè non vuole convincere nessuno di quanto sia tutto bello e fantastico. Certo, un viaggio del genere si può affrontare solo conoscendo bene la lingua e con una gran faccia tosta!

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    1. In generale mi è piaciuto, su certe battute acidelle mi sono fatta proprio gran risate, la cosa che più mi ha infastidita sono alcune (fortunatamente poche) volgarità inutili. Il finale mi ha lasciata un po' insoddisfatta, ma tutto sommato è stata una bella lettura. Anche a me piace chi mostra pregi e difetti del Giappone, c'è troppa gente che si ostina a voler vivere nei manga e pensare che sia tutto rose e fiori. Se persino nella persona che si ama si trovano delle pecche, vuoi mai che un'intera nazione possa non averne?

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  4. Scusa l'ignoranza: i sakura sarebbero i fiori di ciliegio o l'albero di ciliegio?

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    1. I sakura sono gli alberi di ciliegio, per estensione in questo caso lui lo usa anche per i fiori di ciliegio (che sarebbero sakura no hana).

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  5. Questo libro me l'ha regalato un'amica e ce l'ho un bel po' nella pila di "cose da leggere entro la fine del millenio" XD.
    Diciamo che me lo volevo leggere quest'estate durante il viaggio in Giappone, ma visto che quest'ultimo è saltato ora ho davanti a me il libro e temo che inziando a leggerlo potrebbe prendermi molto male! E' il genere di viaggio che vorrei fare anche io, un po' "on the road", per capirci!
    Comunque, non appena l'avrò letto ti dirò che ne penso, intanto grazie per le tue sempre puntuali e precise recensioni! ;)

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    1. Mi dispiace che il tuo viaggio sia saltato, ma sono certa che il tuo viaggio on the road in Giappone non te lo toglierà nessuno! Questo libro è un'ottima fonte d'ispirazione per un eventuale itinerario alternativo, lontano dalle città turistiche e dalle attrazioni più conosciute.
      Grazie a te per essere sempre così gentile!

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  6. Che bello il tuo blog :)
    Finalmente un blog dove si parla di libri, io leggo parecchio ma nessuno ancora aveva dedicato un blog a dei libri :)
    Lo seguirò da oggi in poi :)

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    1. Ti ringrazio Gloria, qui mi piace parlare della mia passione per il Giappone, quindi spesso ci finiscono in mezzo le recensioni dei libri che lo riguardano.
      A presto, grazie ancora!

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  7. Sembra proprio un libro da sbirciare con curiosità: dal contrasto vengono fuori cose interessanti. E poi è uno scorcio su zone poco 'battute' dalle piste 'turistiche' ufficiali.
    Bella recensione, brio e garbo ;)

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    1. Intanto grazie per il commento, mi fa piacere che la recensione ti sia piaciuta.
      Questo libro è di sicuro una lettura interessante, sia per scoprire nuovi itinerari che per avere un punto di vista meno "adorante" del solito sul Giappone.

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  8. A proposito, siccome questo libro mi intriga e lo prendero' sicuro consiglio anche:

    Julie Otsuka
    Venivamo tutte dal mare
    Bollati Boringhieri

    Emigrazione femminile giapponese in USA primi 900...

    A.

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    1. Ho letto molto bene riguardo a Venivamo tutte dal mare, seguirò sicuramente il consiglio, sono curiosissima di leggerlo. Grazie e a presto!

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  9. Mi sono divertita moltissimo leggendo Ferguson, per poi scoprire che altri lettori lo hanno considerato razzista e sconsigliano la lettura di Autostop con Buddha. Ebbene, forse ci sono dei punti infelici, ma a distanza di tempo quello che ricordo sono più le autoironie dello scrittore - senza contare che in alcuni punti anche i giapponesi che incontra gli danno qualche lezione, diretta o indiretta. La tua recensione è stata molto onesta, e te ne ringrazio!

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  10. Mi sono divertita moltissimo leggendo Ferguson, per poi scoprire che altri lettori lo hanno considerato razzista e sconsigliano la lettura di Autostop con Buddha. Ebbene, forse ci sono dei punti infelici, ma a distanza di tempo quello che ricordo sono più le autoironie dello scrittore - senza contare che in alcuni punti anche i giapponesi che incontra gli danno qualche lezione, diretta o indiretta. La tua recensione è stata molto onesta, e te ne ringrazio!

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